POLITICA QUANTISTICA, UN INFINITO UNIVERSO DI POSSIBILITÀ DI MANIFESTARSI
Il progetto IL M-IO PRIMO MINISTRO, oltre a portare avanti informazioni ed azioni di un certo tipo, sicuramente “fa politica” in questo nuovo modo, definito dall’aggiunta di questo aggettivo che la inquadra in una nuova veste, possibilmente risolutiva e in linea con questo tempo, ovvero: QUANTISTICA.
Un motto per Politica Quantistica potrebbe essere:
“Quello che meno si aspetta, potrebbe comunque accadere!”
Questo scritto vorrebbe rispondere alla seguente domanda:
Cosa è la POLITICA QUANTISTICA?
Ebbene, ad oggi, 4-11-2015, in rete si trovano solamente 2 articoli in Italiano che accostano e circostanziano l’oggetto “politica” all’aggetivo “quantistica”.
Il primo è del 6-10-2013 a firma di Andrea, apparso QUI. Ne riporto una parte, utile ad introdurre meglio l’argomento, attraverso le domande che l’autore si fa e alle quali si risponde.
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(… parlando del gioco partitico, n.d.r.) … A parte l’ oramai noto gioco di creare modelli diversi ai quali le persone aderiscono impersonando questo o quello stereotipo col solo scopo di controllarle ed allontanarle le une dalle altre creando divisione, quale altra “sottile” realtà potrebbe nascondere questo gioco?
La politica è forse il frutto di una nostra creazione?
E’ per caso il risultato della nostra coscienza collettiva?
La risposta ad entrambe le domande è: Si!
Siamo noi i co-creatori di tutto, politica compresa! Ormai è da considerarsi scienza: noi creiamo la nostra realtà e co-creiamo la realtà collettiva, la scienza quantistica, ma anche le tradizioni più antiche di questo pianeta, lo dimostrano largamente.
Alla luce di questo sarà piuttosto facile cambiare idea sulla politica, non vi pare?
Voi chi voterete alle prossime elezioni?
- (Pseudo) destra?
- (Pseudo) sinistra?
- Un neo-movimento il quale potrebbe essere solo uno strumento, un escape su misura, una contro-proposta controllata dal sistema?
Non si tratta di votare ne per l’uno, ne per l’altro, non cambierebbe nulla, non cambia nulla da decenni, forse da secoli.
Per cambiare le cose occorre cambiare noi stessi, controllare il pensiero, riprogrammare le nostre emozioni, eliminare le credenze dannose, correggerle e crearne di nuove. La chiave è nei nostri cuori. E’ in noi stessi la soluzione, che si tratti della nostra salute, del nostro avvenire o del nostro pianeta tutto dipende dalle credenze che albergano nei nostri cuori. Non esiste un solo centimetro della realtà che ci circonda a non esser stata creata da noi!
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Ottimo, ben detto, tuttavia soluzioni collettive, oltre il risveglio spirituale individuale non vengono proposte, sebbene vanga identificato il centro di creazione della politica nella frase: “Siamo noi i co-creatori di tutto, politica compresa!” .
L’altro articolo che cito parzialmente è invece molto più recente, del 29-09-2015, scritto da Jordi Jiménez, (QUI) che introduce il binomio “politica quantistica” nel titolo e nel testo dell’articolo, che analizza alcuni risultati elettorali catalani.
Il titolo lanciato è: “Elezioni catalane del 27 settembre: politica quantistica” e il pezzo verte sul fatto che potenzialmente, a seconda di come e dove si osservano i risultati, può sembrare che abbiano vinto tutti i partiti, in un modo o nell’altro.
Tuttavia Jimenez non risponde alla nostra domanda “cosa è la politica quantistica?” e in ogni caso si riferisce alla sola osservazione dei dati di una certa elezione, piuttosto che al modo di fare politica quantistica.
L’esplorazione dei dati viene introdotta così:
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Nelle nostre società che puntano sempre al successo delle proprie idee e alla degradazione di quelle altrui, quando si tengono le elezioni vincono sempre tutti. Visto che ormai abbondano le battute e le prese in giro su questo tipo di fenomeno, comincia a diventare di moda un atteggiamento di ritrosia rispetto al trionfalismo generalizzato e alcuni, per quanto ancora sottovoce, riconoscono un certo fallimento nei risultati. Certo, non usano mai la parola maledetta, ma bisogna essere alla moda, non sia mai che si perda il treno dei tempi e si rimanga ancora più indietro nei sondaggi d’opinione.
Davanti a queste vecchie abitudini, c’è sempre qualcuno di noi che prende i numeri dal cassetto e li mette in ordine in un certo modo perché le cose appaiano… come vogliamo. Lo dico subito, perché nessuno creda che i numeri mostrano una realtà oggettiva, giacché l’esistenza di tale realtà è dubbia. Come tanti altri oggetti, i numeri nutrono le intenzione umane, che utilizzano tutto ciò che hanno per farsi largo.
Pertanto, con o senza numeri, dobbiamo accettare che queste elezioni non hanno avuto carattere plebiscitario, ma quantistico. La politica catalana è un universo di infinite possibilità, nella pratica e nei risultati elettorali, in cui tutti vedono quello che vogliono o hanno bisogno di vedere in funzione dei loro interessi o credenze. Volete vedere se l’indipendentismo ha vinto? Non vi preoccupate, i dati lo dimostrano chiaramente. Preferite vedere se il No è aumentato? Non vi preoccupate, i numeri lo dimostrano chiaramente. Vi piacerebbe accertare l’avanzata della nuova politica rispetto ai vecchi schemi tradizionali? Non vi preoccupate, i dati lo dimostrano chiaramente. II futuro politico è diventato presente e la democrazia è entrata in una nuova dimensione: tutti possiamo “fissare” la realtà politica come vogliamo, giacché si muove in uno spazio di molteplici possibilità nel quale possiamo vedere quello che riteniamo reale. Non volevamo una democrazia “reale”? Quale democrazia è migliore di questa che si adatta alla nostra realtà? Siamo un modello di democrazia avanzata.
Chiarito il carattere vago di tutto quello che verrà presentato d’ora in poi, compresi i numeri, passiamo all’analisi dei risultati elettorali in Catalogna. In questi giorni ne vedremo molte, come è tipico dell’universo della politica quantistica. (…)
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Ebbene, non so quanto Jimenez sia stato sarcastico nella sua apertura, ma, aprendo le porte dell’infinito mare delle possibilità, quello che descrive potrebbe essere non così lontano dal realizzarsi, come forse lo pensa.
Inoltre la situazione di incertezza e simil-anarchia nella quale versa la sociale del pianeta, secondo me, impone l’esplorazione di nuove possibilità di azione politica che nel contempo, grazie a questa necessità, vengono ideate e appaiono all’orizzonte.
Così si scopre che esiste anche un testo in inglese scritto più di 2 decenni fa, nel 1991 precisamente, da Theodore L. Becker, (New York, Praeger Publishers, 1991), di cui si può leggere l’introduzione dell’autore qui: http://reasonpapers.com/pdf/19/rp_19_19.pdf il cui titolo è: “Quantum Politics: Applying Quantum Theory to Political Phenomena” (Politica Quantistica: Applicare la Teoria dei Quanti al Fenomeno Politico).
Becker parte da quattro punti essenziali, dai quali analizza il trend generale:
“(a) La nuova Meccanica Quantistica enfatizza le qualità relazionali più delle proprietà atomiche. Questo conduce all’intuizione che la relazione spiega meglio e praticamente il valore nelle società moderne, dove non possiamo vedere individui come atomi isolati.
(b) Nella Meccanica Quantistica Standard lo stato del sistema dipende da come è osservato. In modo simile i fatti sociali sono dipendenti dall’osservatore e il suo bagaglio di conoscenze.
(c) La Meccanica Quantistica ci insegna che tutto è dipendente da tutto il resto, nel senso che un sistema di molte particelle deve essere visto come un tutto (la funzione d’onda come una superimposizione di stati). Questo è anche quello che la filosofia politica “verde” ci dice.
(d) Il mondo quantistico è fatto di possibilità. Così come succede per le società umane, quindi dovremmo avere istituzioni auto-regolate per farle lavorare. ”
Questi 4 punti basilari confermano la tesi di Jimenez e corroborano le domande di Andrea, inoltre confermano che la fisica e la meccanica quantistica sono scienze molto studiate da anni e che sono già state avvicinate alla politica, come l’autore di questo libro (che non ho letto) forse per primo ha fatto, sin dal 1991 e testimoniato nel libro con una certa perizia.
Il progetto IL M-IO PRIMO MINISTRO vuole applicare definitivamente i concetti della quantistica alla politica facendo POLITICA QUANTISTICA.
LA POLITICA QUANTISTICA E’ LA POLITICA DELL’INFINITO MARE DI POSSIBILITA’ E LA FA CHI È PRONTO A PENSARE CHE TUTTO SI PUO’ FARE!
Per avvicinarci ancor di più alla risposta, è utile ripassare i significati delle parole Politica e Quantistica, usando il Treccani on line.
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quantìstico agg. [der. di quanto2] (pl. m. –ci). –
1. In fisica, che concerne i quanti, la teoria dei quanti (sinon., in alcuni usi, di quantico): teoria q.; effetti q.; meccanica q., formulazione della meccanica (v.) riferita alle leggi che regolano il moto e le interazioni di sistemi fisici microscopici (microoggetti) e caratterizzata dal fatto che le variabili dinamiche (energia, impulso, momento angolare, ecc.) possono, in determinati casi, assumere solo valori discreti, multipli di un quanto elementare. La formulazione matematica della teoria, che rende conto della suddetta discontinuità, è di difficile interpretazione intuitiva e conduce ai principî (estranei alla fisica classica) diindeterminazione (v.) e di complementarità (v.), in base ai quali non è possibile definire univocamente le proprietà di un microoggetto senza tener conto delle caratteristiche dello strumento di misura con il quale tale microoggetto viene fatto interagire.
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In poche parole, da come ho compreso, la “LEGGE QUANTICA” o “LEGGE QUANTISTICA” potrebbe essere riassunta in due punti:
– NEL MOMENTO DELL’OSSERVAZIONE, L’OSSERVATORE INFLUENZA L’OGGETTO OSSERVATO E L’OGGETTO OSSERVATO INFLUENZA L’OSSERVATORE.
– L’OSSERVATORE E L’OGGETTO OSSERVATO SONO UNA SOLA COSA, OVVERO,
COMPONGONO UN UNICO SISTEMA.
Data l’enormità e la totalità di queste affermazioni, considerando quantisticamente la possibilità che siano vere, ecco che si può intuire come anche la politica può essere influenzata dagli osservatori (e non solo possa influenzarli), che in realtà sono i co-creatori e primi beneficiari della loro politica, essendo di fatto gli unici esseri (almeno sin’ora e sulla Terra per quanto si sappia comunemente) che necessitano di “fare politica” per evolvere socialmente.
È bene a questo punto, anche rileggere la definizione della parola “politica”, perchè, in generale, le definizioni delle parole sono di fatto “contratti” tra noi Terrestri che usiamo una determinata lingua per scambiare informazioni: se viene meno l’accordo di base sui termini della comunicazione, o se per qualche motivo ci sono divergenze di comprensione su un termine, ecco che le intenzioni scambiate nella comunicazione potrebbero essere malintese e/o non portare agli effetti desiderati.
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polìtica s. f. [femm. sostantivato dell’agg. politico (sottint. arte); cfr. gr. πολιτική (τέχνη)]. –
a. La scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica; le norme, i principî, le regole della p.; scrivere, trattare, discutere di politica.
b. Più concretam., l’attività svolta per il governo di uno stato, il modo di governare, l’insieme dei provvedimenti con cui si cerca di raggiungere determinati fini, sia per ciò che riguarda i problemi di carattere interno (p. interna), sia per ciò che riguarda le relazioni con altri stati (p. estera, p. internazionale).
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Il soggetto che fa o può fare o ha bisogno di fare politica è senza ombra di dubbio L’Essere Umano Terrestre che si manifesta vivendo a contatto di altri Sè, con i quali si relaziona costantemente e con i quali compone anche il fisico della Terra, che cambia e si plasma a seconda dei suoi movimenti e delle sue parole e azioni, derivanti da decisioni individuali che diventano in ogni caso collettive ovvero del sistema Terra-Terrestri.
La politica riguarda quindi l’ambito delle DECISIONI COLLETTIVE palesi, dato che comunque decisioni su decisioni di qualsiasi genere, avvengono costantemente tra moltitudini di Terrestri, che si raggruppano frattalmente, a seconda del bisogno e/o volontà di partecipare a una decisione collettiva che li possa riguardare.
Sarebbe inutile quindi parlare di politica e politiche, qualora si fosse perfettamente soli e autonomi in tutto e per tutto e/o si ambisca a perseguire il non meglio identificato intento di “staccarsi dal sistema”, “uscire dalla matrix”, “crearsi la propria indipendenza”, quando il sistema Essere Umano – Terra – Universo è comunque uno solo …
La politica può quindi esistere e manifestarsi solo in una società cosciente di doversi o potersi organizzare in qualche modo per il proprio prosperare: la terra con i suoi abitanti è un sistema societario unico (che sia o non sia collegato con eventuali altri sistemi con cui eventualmente comporrà lo strato più grande del frattale..) di cui i Terrestri, per il solo fatto di esistere sono componenti osservatori e osservati, indipendentemente dal singolare grado di consapevolezza.
Allora: COSA E’ LA POLITICA QUANTISTICA?
Rispetto alla politica non aggettivata, che non descrive in se un modo in cui questa arte debba essere condotta, ovvero secondo quali leggi o parametri i Terrestri la debbano o possano esplicare, la Politica Quantistica intenderebbe avvalersi di tutti i mezzi POSSIBILI per essere esercitata da qualunque Essere Terrestre, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento si trovi a rapportarsi con altri Esseri Terrestri, per intraprendere azioni condivise e sincroniche per e nel collettivo che si viene a formare in quella determinata occasione di incontro.
La Politica Quantistica è l’arte di applicare i principi della fisica e meccanica quantistica, in osservanza delle Leggi di Creazione nella gestione della cosa pubblica, al fine di facilitare la naturale evoluzione della società che la applica e che decide tramite essa, quale realtà manifestare per se stessa.
Di fatto, questa che avete appena letto, è possibilmente la prima definizione esistente di “Politica Quantistica” tout-court in italiano.
Questa definizione rispecchia la “Politica Quantistica” così per come è proposta e definita nel e dal progetto IL M-IO PRIMO MINISTRO, finalizzato direttamente all’applicazione della stessa attraverso il facile metodo LA SCELTA PERFETTA.
E’ ORA DI ANNUNCIARE UFFICIALMENTE LA NASCITA DELLA
POLITICA QUANTISTICA, materializzatasi ad operare cambiamento nell’unica realtà Terrestre possibile, fatta di infinite possibilità e possibili infinite realtà parallele.
La politica quantistica è fatta da Terrestri e tra Terrestri in grado di comprenderne le implicazioni e potenzialità, ed è alla portata di tutti per la sua semplicità.
Comprenderne le implicazioni significa aggiungere, alle eventuali già proprie, altre possibilità di operare in campo politico, “fuori dai vecchi schemi” o semplicemente usando nuovi sistemi che prima non erano conosciuti e/o ideati, che non erano stati compresi e/o che non si era ancora reso necessario applicarli.
Il progetto IL M-IO PRIMO MINISTRO si potrebbe definire come “primo esperimento reale e concreto di politica quantistica applicata” ed è ovviamente aperto ad ogni possibile interazione.
… work in progress!
Grazie
Emanuele Nusca
Da una chat dove ho posto la domanda:
Facciamo politica? 🙂
MaW: a modo nostro però
Emanuele Nusca: Certo, per forza a modo nostro, di chi se no? 🙂
MaW: discorso scivoloso quello della politica, già il nome stesso fa ribrezzo.. poi tendiamo alla consapevolizzazione degli individui per ora, poi speriamo che ognuno faccia la sua parte.
Emanuele Nusca: MaW, mi dai occasione per rispondere al tuo post.
Dici: Il NO-ME “fa ribrezzo”…
Secondo me proprio qui sta un grande problema.
Il NO-ME è una rappresentazione letterale e/o vocale di ciò che un qualcosa è. I nomi sono usati dai Terrestri quando comunicano, per comunicare.
Penso che sul nome-parola POLITICA persistano varie storture percettive nel sentire comune, con-causate forse da chi vuole che si pensi che la politica sia un “discorso scivoloso” e da chi persiste in questa credenza senza mai andare oltre…
Questa, anche se riferita alla PAROLA “POLITICA” è una dinamica standard direi, che qualsiasi “maestro” insegna in diversi modi prima o poi durante i suoi corsi… per esempio di PNL o similari.
Quindi, cosa è la politica “in soldoni”?
La definizione che più mi piace adottare, oltre le classiche da dizionario, e che vedo come più adatta al tempo attuale è: “politica = scelta comune su proposte volte ad autodeterminare la propria società al meglio delle possibilità”, in pratica “scegliere insieme cosa fare”, per quello che riguarda la propria società, che in primis è formata sempre e comunque dal gruppo di Terrestri più vicini fisicamente, famiglia, casa, quartiere, paese, città, provincia, regione, stato, continente, pianeta…… e se stessi!
Questa è la politica.
La rettitudine umana è stata messa a dura prova dalla politica, in quanto, per come è stata gestita e pensata fino ad oggi, e offrendo ovvie possibilità di accesso a facili oneri per chi la pratica, ha causato la verifica di ciò che era necessario verificare e che è forse ora di cambiare.
Rimango dell’idea che solo insieme si potrà fare.
Un insieme di Terrestri che si autoriconosce e che unisce i progetti e le volontà di fare insieme, come non è mai stato fatto prima, anche nella politica.
Per questo, senza speranza, faccio la mia parte di POLITICA… QUANTISTICA!
Vincenzo Zamboni commenta l’articolo su FaceBook e aggiunge importanti considerazioni:
si’, le manifestazioni potenziali sono virtualmente infinite. si tratta poi di vedere quali passino a potenziale ad attuale. a questo riguardo, ognuno di noi in ogni istante contribuisce a formare il risultato complessivo successivo, dunque siamo coautori del mondo in cui viviamo.
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ogni fenomeno mostra sempre numerosi aspetti, non uno solo. ‘crescita’ , in se’,è un termine abbastanza generico di valore etico neutro, che da solo non implica una valutazione ne’ positiva ne’ negativa, le quali invece dipendono di caso in caso, e dalle circostanze date. la crescita prosperosa del proprio reddito monetario in via generale tende a fare piacere, la crescita vigorosa del proprio tumore intestinale certamente no. nemmeno puo’ dirsi stabile il tipo di valutazione che ne diamo. la crescita di appetito e di peso è un fenomeno considerato naturalmente positivo per un individuo magro e debilitato, ma se essa continui senza sosta dopo il superamento del peso forma diventa progressivamente un indice negativo della sua salute, mano a mano che procede verso la obesita’ sempre piu’ marcata. la crescita del tasso di zuccheri nel corpo puo’ essere provvisoriamente benefica in un giovane nell’eta’ della crescita, ma, al contrario, negativo e persino letale per un adulto diabetico. infine, il fenomeno di crescita e decrescita e’ comunque instabile nel tempo, sulla base delle condizioni date. ad esempio, un sasso lanciato per aria procedera’ con una naturale crescita delle sua altezza da terra fino al raggiungimento del picco massimo di altitudine, a seguito del quale seguira’ una inevitabile caduta, tanto piu’ rovinosa nell’impatto finale quanto piu’ alta sarà stata l’elevazione della crescita iniziale di altezza dal suolo. queste osservazioni vanno considerate, e molte altre ce ne sarebbero, onde demistificare il luogo comune della crescita economica, vera o presunta che sia, come bene intrinseco per l’umanita’. non si tratta affatto di un bene intrinseco, infatti, cos come non si tratta di un bene durevole, il quale anzi a lungo termine risulta semplicemente impossibile a prorogarsi. nel frattempo, pero’, come ogni tipo di trasformazione, prima di esaurirsi avra’ inevitabilmente prodotto anche i suoi scarti strutturali. basti osservare che nulla a questo mondo inquina tanto come il pil. e mentre il prodotto considerato utile del pil viene consumato, quindi esaurito, il suo sottoprodotto inquinante e’ soggetto ad accumulo, pqr cui si espande continuamente nel tempo. ogni ideologia della crescita risulta quindi evidentemente sbagliata appena sia assolutizzata, poiche’ la crescita di qualunque x è un beneficio o danno valutabile solo in relazione alle condizioni in essere, peraltro continuamente variabili. certamente, in ogni caso, una crescita perpetua di qualunque tasso in ambiente limitato risulta strutturalmente impossibile, come dimostra la necessità di sostituire la curva di crescita esponenziale evidenziata dal prete anglicano thomas robert malthus nel millesettecentonovantotto, valida approssimazione iniziale in ambiente assimilabile a infinito, con la equazione logistica, dalla caratteristica soluzione ad ‘s’ orizzontale, evidenziata come modifica nel milleottocentotrentotto dal matematico belga pierre francois verlhust. bisogna dunque stare sempre attenti prima di spacciare per benefico qualunque fenomeno di crescita, che strutturalmente, non dimentichiamolo, e’ comunque una forma di squilibrio. che include i problemi di distribuzione della quantita’, crescente, non dimentichiamolo. in una famiglia con il bilancio complessivo in crescita puo’ accadere anche che un solo membro del gruppo abbia tutti i soldi, in continuo aumento, mentre gli altri abbiano solo debiti. un aspetto da non trascurare mai, quando si parla di crescita. è necessario sempre specificare che cosa stia crescendo, in base a quali condizioni, fino a quale sviluppo futuro, e distribuito in mano a chi.
Emanuele Nusca risponde: Sono d’accordo con i concetti che esponi ampiamente e con dovizia di particolari, tuttavia nell’articolo la parola “crescita” non compare, proprio per i motivi da te indicati. 🙂
Uso invece il termine “evoluzione”, volendo anch’esso duale, in quanto può secondo me meglio esprimere il continuum esistenziale nel suo progredire e che si innova costantemente, anche ripetendosi. … 🙂
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Emanuele Nusca
Vincenzo Zamboni Aggiunge:
VERITA’ E INCERTEZZA.
VINCENZO ZAMBONI·DOMENICA 8 NOVEMBRE 2015
giuliano toraldo di francia, fisico e filosofo italiano, all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso comparve all’universita’ di bologna, facolta’ di fisica, tenendo una lunga interessante conferenza sul concetto della cosiddetta ‘epsilonverita’ ‘. si tratta di una naturale estensione del margine di incertezza dal campo delle misure scientifiche a quello dei valori di verita’ degli enunciati nella logica e nella comunicazione. una misura quantitativa, come è noto, non e’ mai esatta, bensi’ deve essere specificata assieme al suo margine di incertezza, dovuto ai limiti di precisione dello strumento e dello sperimentatore, nonche’ anche ai limti intrinseci della natura, dal momento che nelle attivita’ pserimentali piu’ precise della nostra esperienza scientifica, quelle della fisica atomica, incorriamo negli inconvenienti della indeterminazioni di heisenberg, la quale viene distrattamente qualificata ‘principio’, mentre non lo e’, trattandosi della relazione di proporzionalita’ inversa tra le semidispersioni di ogni coppia di distribuzioni statistiche correlate come trasformate di fourier una dell’altra, come e’ proprio il caso delle variabili quantisiche hamiltonianamente coniugate. estendiamo allora il margine di incertezza ad ogni valore di verità di ogni enunciato, senza limitarci a quelli quantitativi delle misure tecniche. facendolo, constatiamo che ogni affermazione e’ soggetta da una incertezza minima ineliminabile, che possiamo indicare come ‘epsilon’,. sorge allora spontanea la considerazione che moltissime affermazioni sono composte, non semplici, generalmente nella forma di concomitanza tra vari enunciati atomici che debbano essere tutti veri per garantire la verita’ dell’affermazione composta, il che dal punto di vista della struttura logica formale si rappresenta giustamente come un prodotto di fattori, dove ogni fattore e’ un enunciato atomico, ovvero non ulteriormente scomponibile, quindi l’enunciato totale e-tot risulta prodotto di tanti enunciati atomici ea-uno, ea-due, ea-tre……ea-j….., ciascuno con un valore di verita’ che non puo essere ‘uno’, cioe’ ‘completamente vero’, bensi’ al massimo ‘uno meno epsilon’. per conseguenza, il valore di verita’ della affermazione composta risultante puo’ essere al massimo il prodotto di ogni ‘uno meno epsilon’, il che quanto piu’ la affermazione risulti complessa ed elaborata tanto piu’ risulta basso. il problema diventa particolarmente importante nel caso dei ragionamenti in forma di dimostrazioni, nei quali ogni passo avanti dipende dalla verita’ del passo precedente. quanto piu’ un ragionamento e’ lungo tanto piu’ risulta incerta la deduzione di verita’ dalle premesse date. cio’ deve indurre, allora, ad un necessario aumento di cautela rispetto a tutte le ideologie culturali complesse di cui il linguaggio comune fa grande uso, per semplice abitudine. in ultima analisi, le uniche certezze ragionevoli di cui possiamo disporre sono quelle controllate a posteriori attraverso il metodo galileiano di confronto con l’esperienza concreta, e sempre entro i limiti dati dalla possibilita’, non escludibile, che quanto osservato fino ad ora sia stato prodotto da cause soggiacenti che possano modificarsi in futuro. l’arte della ricerca di certezza non e’ cosi’ semplice come a molti puo’ apparire a prima vista, e la prudenza in questo settore dell’agire umano e’ sempre da tenere in grande considerazione, soprattutto constatando che la nostra vita reale fonda il proprio agire non tanto sulle pochissime certezze quanto piuttosto su attese previsionali basate su stime di probabilita’. cio’ che sbrigativamente viene spesso qualificato ‘certo’ di solito corrisponde in realta’ ad una aspettativa generata dalla nostra stima di probabilita’ dedotta dall’esperienza.
fred hoyle e bertrand russel evidenziarono numerose circostanze curiose, a questo riguardo. onde evitare di cadere nel paradosso del contadino che, avendo sempre vissuto solo nella valle delle mele rosse, si rifiuti di credere che si possano otenere anche quelle gialle, dicendo ‘e’ impossibile, le mele non possono essere gialle, ed io ne sono certo. le ho sempre viste crescere e maturare solo rosse’.
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Emanuele Nusca aggiunge: Bellissimi commenti, li posto sul blog come commenti di espansione all’articolo!
Quindi Giuliano Toraldo di Francia diceva “Uno meno Epsilon”….
E se Epsilon fosse = 1 ?
LA SCELTA PERFETTA, prevede Uno Meno Uno, ovvero ZERO.
LA SCELTA individuale sovrana dell’essere che MISURA le OPZIONI COMPARANDOLE secondo i propri esclusivi PARAMETRI individuali MOMENTANEI avviene in funzione della propria verità che per lo stesso individuo è inconfutabile all’atto della scelta.
Perchè? Perchè uno può scegliere di manifestare una e non più di una sola azione in un determinato istante.
Quale che sia, sarà stata quella giusta e verificata per giunta, perchè compiuta, quella del punto ZERO, che collassa le energie opposte in quel punto, in quel momento, manifestando quella realtà.
La Politica Quantistica secondo me dovrebbe portare i Terrestri ad una maggior consapevolezza del fatto che le scelte sono sempre individuali e collettive e di conseguenza a scegliere insieme in maniera più consapevole, che sia con nuovi o con vecchi strumenti, perchè questo dipenderà, ancora una volta dalle scelte, individuali e collettive.
… work in progress… 🙂
Grazie per i commenti. <3