IDENTIKIT CANCRO: UN LIBRO, TANTISSIMI DOTTORI
Questo articolo vuole raccogliere informazioni di frontiera che riguardano questo male che a quanto pare, con le nuove scoperte e i nuovi studi, è ora più curabile.
Inizio quindi col citare e recensire velocemente il libro che intitola l’articolo e cioè, appunto, “IDENTIKIT CANCRO” scritto da Paolo Buonarroti, passato attraverso la malattia, quindi avente esperienza diretta, iniziata nel 2004.
In effetti le circa 400 pagine che compongono il libro sono un enorme e dettagliatissimo compendio dove vengono raccolte ed esaminate, oltre alle terapie convenzionali e non del trattamento del famoso “male del secolo”, anche terapie olistiche, descrizione di alimenti e prodotti che regolarmente usiamo ed interagiscono con l’organismo, nozioni sui corpi sottili: insomma tutto ciò che interviene o può intervenire sia nello sviluppo che nella cura di ciò che usiamo definire come malattia.
Alcuni dei medici e delle terapie a cui fa riferimento sono:
Metodo Di Bella, Pantellini, Simoncini, Zago, Breuss,
Metodo Kousmine, Caisse, Clark, Zora
Paolo ha un sito dove introduce bene l’argomento, questo: http://www.identikitcancro.it/, dove potrete trovare anche una sua biografia dettagliata, e il link per scaricare gratuitamente l’introduzione al libro e il sommario dove si possono scorrere gli argomenti trattati.
Inoltre ha registrato con me una lunga e puntuale intervista di due ore dove ci espone il modus operandi di alcune terapie alternative.
Ascolto davvero consigliato a tutti, non solo a chi è affetto dalla malattia, ma anche ai quanti volessero davvero documentarsi e capire che le vie di guarigione possono essere tante e diverse: se non si conoscono è impossibile intraprenderle, la conoscenza, almeno, ci apre nuove strade potenzialmente percorribili.
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APPELLI ACCORATI
A dimostrazione del fatto che le terapie alternative e boicottate dal mainstream stiano comunque prendendo piede con grande sforzo e abnegazione da parte di chi lotta ogni giorno per la verità, riporto una lettera-appello trovata sul sito del Metodo Di Bella.
Lo scritto che segue fa intendere la situazione attuale e non necessita di ulteriori commenti.
Questo il link del sito che con gli anni è cresciuto e raccoglie moltissime info e contatti.
http://www.metododibella.org/it/mdb/home.do
“Ciò che non a tutti è chiaro
Attualmente in seno alla Fondazione stiamo affrontando, principalmente, questa serie di problemi:
– il carico di lavoro sulle spalle del dott. Giuseppe Di Bella sta diventando insostenibile, sia per l’aumento esponenziale di appuntamenti/visite, che per l’ingorgo di richieste/e.mail e comunicazioni che giungono e a cui è necessario dare risposta, sia perché l’aumento dei pazienti in cura produce poi a cascata l’aumento di contatti e richieste.
Senza parlare poi della sua presenza a convegni – conferenze sul territorio nazionale.
– Sono notevolmente aumentati, dopo le ultime pubblicazioni scientifiche sul MDB, sia l’interesse da parte di medici “nostrani” e la proposta di collaborazione da parte loro, sia le richieste di partecipazione a convegni, sia le richieste di pubblicazioni da parte di riviste scientifiche.
Ora, sebbene ciò possa solo farci piacere, emergono numerosi problemi:
In Fondazione, oltre al dott. Di Bella, lavorano in maniera strutturata:
– la segretaria, che è praticamente attaccata alla sua protesi telefonica tutto il giorno, riceve gli appuntamenti e ne gestisce il calendario, e tiene la contabilità dello studio (non è a libro paga, però, della Fondazione).
– Un medico neo-laureato che è stato assunto per affiancare e alleggerire il dottore da una parte del lavoro preparatorio prima delle visite e, contemporaneamente, per formarlo professionalmente sperando (ma nelle condizioni attuali non crediamo sia possibile) di mantenerlo.
– Due biologi con contratto di collaborazione part-time, che cercano di mantenere aggiornata la raccolta di documentazione clinica (quella che perviene, per la maggior parte dei casi incompleta), elaborano documentazione scientifica, rispondono anche al secondo telefono quando il primo, quello della protesi, è occupato, trattengono tutt’un ulteriore serie di rapporti con i pazienti, farmacisti, medici prescrittori esterni, quando non sono occupati all’organizzazione degli incontri pubblici che il Dott Di Bella costantemente si sforza di eseguire.
– Io, che vado quando posso e cerco di dare una mano secondo le mie possibilità.
Punto!!
Cercate ora di immaginarvi cosa ci sarebbe invece da fare ( vi elenco solo le attività preminenti):
– Allargare la “rete” di appendici esterne della Fondazione su tutto il territorio nazionale (formazione di nuovi medici prescrittori – nuovi farmacisti preparatori – strutture di supporto ai pazienti).
– continuare a “bombardare” le riviste scientifiche di lavori scientifici – Case report o reports statistici, per non perdere, ma anzi, fare aumentare, l’interesse scientifico che anche a livello internazionale che si sta formando.
– costringere le istituzioni (se ancora possiamo chiamarle tali) attraverso i due interventi precedenti, a prendere in considerazione le esigenze dei malati.
– organizzare la Fondazione in maniera strutturata, attraverso l’istituzione di organismi interni funzionali, sia ad uno sviluppo esteso sul territorio, sia all’apertura di contatti con altre istituzioni, sia allo snellimento di procedure burocratiche e amministrative che ora sono in capo sostanzialmente al Dott. Di Bella, in qualità di Presidente.
– Ristrutturare il sito “metododibella.org” ormai obsoleto, per renderlo maggiormente fruibile.
– migliorare le attività di “sportello” con l’utenza (risposte ad e.mail – call-center – supporto ai pazienti in cura)
Questo è quanto!
Con le misere risorse a nostra disposizione, corriamo il rischio di non riuscire a “mantenere” nemmeno ciò che fin qui è stato fatto.
Una cosa ci teniamo sia chiara a tutti. Essendo in contatto giornaliero con pazienti e loro familiari, abbiamo ben presenti le difficoltà materiali (specie in questo periodo) e i disagi emotivi che la malattia si porta dietro. E’ quindi essenzialmente ai non malati che ci rivolgiamo. Non vogliamo certo fare i menagrami o esercizio di terrorismo psicologico, ma il male può bussare alla porta di tutti, quando meno ce lo si aspetta. Oggi abbiamo la possibilità di prevedere e provvedere: perché correre il rischio di dovere rimpiangere un giorno la nostra inerzia?
Tu che leggi questo appello, e magari anche altri Blog, altre Discussioni, non rimanere a braccia conserte attendendo che altri agiscano, si muovano, si impegnino, facciano sacrifici, pensando che, nell’ipotesi malaugurata che un domani dovessi essere tu ad avere bisogno di aiuto, troverai risolto ogni problema e rimosso ogni ostacolo. Potrebbe non essere così. Anzi, senza uno sforzo comune, è assai probabile che sarà così.
Noi non apparteniamo alla genìa degli spara statistiche, di coloro che si fregano le mani, infischiandosene dei sofferenti, mentre le cifre delle offerte corrono sui display degli studi televisivi: speriamo che sia chiaro a tutti. Cerca di non considerare il piccolo sacrificio che ti chiediamo come una “rinuncia”, ma vivilo nel suo vero significato etico. Dal latino “Sacrificium” – “rendo sacro ciò che faccio “.
Alessandro Ricchi
( membro del C.d.A. della Fondazione e collaboratore volontario dello studio del Dott. Di Bella)”
La fondazione Di Bella è una onlus e accetta donazioni, anche della famosa indegna elemosina del 5 per mille.
SI, ELEMOSINA! Perchè questa terapia, insieme alle altre esposte nel libro di Paolo, dovrebbe essere il lustro e orgoglio della nostra nazione, studiata in tutte le università e migliorata.
Spero ci siano parecchi ippocratici VERI tra i lettori, perchè di finti siamo infestati.
Qui la pagina per le donazioni per chi volesse contribuire: http://www.metododibella.org/it/mdb/dettaglioNews.do?task=dettaglioRassegnaStampa&idNews=345478&tipologia=Comunicazione&pre1=
Home del sito: http://www.metododibella.org/it/mdb/home.do
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TESTIMONIAL VIP
In questo articolo del 2009 apparso su Stampalibera la presentatrice Eleonora Brigliadori racconta la sua esperienza di guarigione.
Ne riporto un passo dove si fa riferimento al dottor Hamer, la scoperta della sua terapia e l’importanza di comprendere che la malattia non è solo e puramente fisica..
“Questa spiegazione tecnica l’ho avuta tempo dopo, quando ho scoperto le teorie di Hamer sui tumori. Dopo la mia guarigione, infatti, ho iniziato un percorso di conoscenza su questo tema. Tra i sistemi per l’attivazione dell’autoguarigione dell’individuo che ho studiato, la “Nuova Medicina Germanica” mi è parsa la frontiera più avanzata.
Il suo ispiratore è il dottor Ryke Geer Hamer, più conosciuto per la vicenda accaduta in Corsica, quando il figlio fu ucciso da un colpo di fucile per il quale venne accusato il principe Emanuele di Savoia. Proprio a seguito di questa triste vicenda, il medico sviluppò un tumore ai testicoli e la moglie uno al seno. Da li ebbe un’intuizione che lo portò a rivoluzionare i fondamenti stessi della medicina: Hamer capi che i meccanismi cancerogeni hanno una funzione biologica. Il suo stesso tumore era il tentativo estremo del corpo, anche a livello psicologico, di fornire lo strumento per fecondare e avere presto un altro figlio, mentre quello della moglie era il tentativo simbolico di innescare la produzione di latte. Quindi, quando una donna scopre di avere un tumore al seno, dovrebbe cercare di capire la connessione tra quel tipo di tumore e ciò che sta accadendo nella sua vita interiore. ”
Articolo qui: http://www.stampalibera.com/?p=2698
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PORTALE SIMONCINI
Qui il link del portale dove sono elencati i principi curativi di Tullio Simoncini.
Tantissime info su questo dottore anch’egli ITALIANO e le sue terapie.
Anche Simoncini ha dovuto subire le stesse angherie degli altri: tra l’essere radiato dall’albo, e le continue diffamazioni tuttavia è riuscito a curare moltissime persone e all’interno del sito potrete vedere e conoscere le testimonianze delle guarigioni.
http://www.curenaturalicancro.org/
Qui il video di una delle testimonianze di guarigione con il metodo Simoncini.
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In chiusura….
Questo articolo non vuole fornire consigli e direttive a chicchessia, ma fare una corretta informazione su “cose” che ormai esistono da un po’ e tenute volutamente nell’ombra.
Ribadisco che la scelta finale della o delle terapie, metodi, stili di vita, deve essere effettuata comunque e sempre da chi ha il “problema”, dopo aver approfonditamente studiato le eventuali soluzioni e se stesso.
Conoscere un qualcosa non vuol dire per forza che si debba fare o che sia giusto nè tantomeno sbagliato.
Certamente però, il non sapere che esistono queste cure alternative ormai corredate da tantissime testimonianze, per quanto scettici si voglia essere, lo reputo comunque limitante.
Grazie
Emanuele Nusca
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