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Salute, innovazione e un uomo di nome Jack

Per l’innovazione non ha importanza quanti anni hai.

Mi piacerebbe farti conoscere Jack Andraka. E ‘un nome di cui sentiremo molto parlare nel prossimo futuro.
Jack è uno scienziato e innovatore e il suo lavoro sulla creazione di un semplice test per l’identificazione del cancro al pancreas, del polmone e dell’ovaio è semplicemente incredibile.

Jack Andraka

Jack Andraka

Ecco alcuni dei fatti:

-Il suo test è 168 volte più veloce di quello che è attualmente disponibile.
-E ‘26.000 volte meno costoso. Questo non è un errore di battitura.
-Ed è potenzialmente quasi il 100% accurato.

Ecco ciò che lo rende ancora più sorprendente:

-Jack ha 15 anni.

Quindi ho voluti parlare con Jack e gli ho twittato. La sua risposta è stata rapida e mi ha preso alla sprovvista. “Sarebbe fantastico! Esco da scuola oggi alle 2:15. ”
Sono stato catturato dal lavoro in clinica e avevo dimenticato che Jack era ancora uno studente.

Jack ha riconosciuto che mesotelina è un marchio di fabbrica per alcuni tipi di cancro. Per creare la sua prova, Jack ha ricoperto delle normali strisce di cartina-filtro con una miscela di anticorpi umani specifici che agiscono con mesotelina, in una miscela con nanotubi di carbonio.
Il risultato è stato un semplice strumento “dip-stick” simile a quello che il paziente diabetico può utilizzare per misurare lo zucchero nel sangue.

Ma sentiamo il racconto direttamente da lui:

-Come hai  iniziato ad interessarti alla scienza e in particolare al cancro?

Ero interessato alla scienza già dalla tenera età perché i miei genitori non hanno mai risposto alle mie domande, ma mi hanno sempre aiutato a scoprire o trovare le risposte da me. Così ho imparato a fare ipotesi e verificarle senza sapere che si in questo modo “si fa scienza”!

Mi sono interessato al cancro, in particolare il cancro al pancreas, dopo che mio “zio”, un amico di famiglia, è morto a causa di questa malattia. Dopo una ricerca su di essa, ho scoperto che 100 persone muoiono di cancro al pancreas ogni giorno e che, anche se la diagnosi precoce è la chiave per un miglioramento della sopravvivenza, non ci sono test poco costosi, rapidi e sensibili. Ho pensato che ci doveva essere un modo migliore per diagnosticarli.

-Chi o che cosa ti ha incoraggiato a sostenere questa sfida?

Le sfide mi piacciono particolarmente quando sono volte alla ricerca di soluzioni eleganti e semplici a problemi apparentemente complessi. Faccio un sacco di gare matematiche e
i miei professori mi dicono che nonostante si possa usare la forza bruta per risolvere un problema, di solito è meglio cercare una soluzione più facile ed elegante.
I miei eroi matematici sono in grado di ridurre un problema complicatissimo in poche eleganti righe.
Quindi, con questa mentalità ho pensato e ripensato a questo nuovo problema.

-Le persone credono che la tua innovazione è in qualche modo meno importante a causa della tua età?

Non credo che le persone credano che la mia innovazione è meno importante a causa della mia età. Si può vedere che è una grande idea. Quando vado alle conferenze mi sembra che ci sia una sottile discriminazione dovuta all’età, perchè la gente pensa che io sia il figlio di qualche oratore, ma dopo la mia lunga esposizione avvengono le conversazioni più incredibili. Ecco perché Internet è così grande: la gente non può vedere l’età o la razza e posso avere un grande scambio di informazioni.

-E’ stata facile la scoperta? Ti è venuta di un colpo? e poi hai elaborato i dati?

Mi piace leggere un sacco di riviste e articoli su diversi argomenti e poi sdraiarmi sul divano o fare una passeggiata e lasciare tutte le informazioni sedimentarsi. Poi tutto ad un tratto mi viene un’idea e si collegano alcuni punti. Poi si torna a leggere in modo da poter riempire i buchi mancanti. Per ideare questo sensore ho dovuto mettere insieme tutte le mie ricerche precedenti e spendere tanto tempo sugli effetti dei  normali e nano ossidi metallici applicati su organismi marini e d’acqua dolce. Ho immaginato che quei nano tubi di carbonio a singola faccia fossero un po’ come i supereroi della scienza dei materiali e volevo lavorare ancora con loro. Poi, quando stavo leggendo un articolo su di loro nella classe di biologia, l’insegnante stava spiegando gli anticorpi. Tutto ad un tratto ho fatto un collegamento e mi chiesi che cosa sarebbe successo se avessi disperso singoli nanotubi di carbonio a parete con un anticorpo in una proteina sovraespressa nel cancro del pancreas. Poi, naturalmente, c’era un sacco di lettura, studio e pianificazione davanti a me da fare!

-Gli insuccessi che hai affrontato ti sono stati di sprono oppure ti hanno frustrato?

Avevo già visitato l’ISEF (Intel International Science and Engineering Fair – Fiera internazionale della scienza e dell’ingegneria) quando mio fratello ha partecipato alla competizione e ha parlato a dei ragazzi che dicono di aver fatto il loro lavoro in un laboratorio. Sembrava così facile così ho cercato su internet e ho trovato i nomi e le email professionali di molti docenti nella mia zona che stavano lavorando sul cancro del pancreas. Poi ho pensato che avrei dovuto sedermi e aspettare che arrivassero le risposte! Settimana dopo settimana ho ricevuto rifiuti a non finire. Il più utile è arrivato in realtà da un ricercatore che ha speso il tempo per segnalare sempre ogni difetto e la ragione per cui il mio progetto era impossibile. Ho cominciato a disperarmi!

-Qual è il ruolo del tutor per aiutarti?

Infine, dopo 199 rifiuti, ho ricevuto una e-mail del Dr. Maitra alla Johns Hopkins School of Medicine. Mi ha invitato ad andare per una riunione. Mia madre mi ha accompagnato con la macchina e poi mi ha lasciato andare. E ‘stato abbastanza esilarante provare paura nel camminare andando verso l’intervista! Per fortuna ero davvero preparato e avevo anche i numeri dei costi e il catalogo del materiale che mi serviva. Lui mi disse che era come leggere una proposta per un contributo. Avevo ancora una grande quantità di routine in laboratorio di base per imparare e apprezzo il tempo e la pazienza di entrambi Dr. Maitra e Dr. Chenna.

-Cosa ne pensi della scienza come l’inizio della tua fama?

Sono molto sorpreso che la gente sappia di me. Il mio obiettivo iniziale era quello di vedere se riuscivo a fare un semplice sensore economico per rilevare il cancro al pancreas, perché troppe persone stavano morendo. Sono molto felice di essere conosciuto per la scienza perché mi piace condividere e conoscere così tanto. Spero che i bambini si chiedano “se Jack può fare questo, cosa posso fare io? ” E trarre ispirazione per affrontare le grandi sfide nella loro vite e nelle proprie comunità.

-Come è cambiato il tuo mondo dopo questa innovazione?

Questi ultimi mesi hanno cambiato la mia vita. Ho incontrato molti dei miei eroi di matematica, di scienza, di politica, tra cui i Clinton, quando ho parlato alla Clinton Global Initiative. Ho viaggiato da solo ed ho imparato a parlare e condividere le mie idee con il grande pubblico. Una delle mie esperienze più espansive in tutto il mondo è arrivata molto rapidamente quando sono andato a Singularity U. in California. Ho incontrato persone che non avevano paura di fallire, ma che sfruttano i fallimenti per capire che quel percorso non funziona.  Ho incontrato persone che cercano di migliorare il mondo per miliardi di persone. Stavano cominciando a fare imprese, pensare in grande e sostenersi a vicenda. Mi hanno parlato della Thiel Fellowship (un prestigioso corso di studi per under 20) e mi hanno aperto gli occhi su come raggiungere gli obbiettivi in maniera diversa. Ho imparato a guardare fuori di me e la mia piccola comunità, a guardare il mondo grande e pensare a come posso aiutare per cambiarlo in meglio.

-Quali sono le prospettive per Jack?

Sto lavorando al mio prossimo progetto, ma naturalmente non viene facilmente! I professori ancora mi respingono dai loro laboratori dicendo che non ne so abbastanza, forse nemmeno leggono la mia proposta, ma vedono solo che proviene da “uno studente delle supariori”  Ma i ricercatori, anche quelli grandi, non sempre vengono accettati per ogni proposta che fanno. La perseveranza conta ancora!  Sto cercando di formare un gruppo di giovani per lavorare al premio Tricorder X come “Generazione Z” ed è difficile trovare ragazzi giovani in gamba che possono portare qualcosa sul tavolo e che abbiano tempo da dedicargli.
Sto parlando alla Royal Society of Medicine di Londra e poi parlerò al TED di Long Beach questo mese, sto parlando anche con diverse aziende biotech per produrre il mio sensore e iniziare il mio primo affare. E, naturalmente, ci sono i compiti da fare!

Ben fatto Jack!

Un ultimo pensiero per il signor Andraka. Credo che un nome più appropriato per questo post sarebbe “Salute, innovazione e un uomo di nome Jack” (il titolo originale dell’articolo in inglese è: “Cancro, innovazione e un uomo di nome Jack”, ho voluto rispettare il desiderio di Jack in italiano!)
Traduzione Emanuele
Articolo originale http://www.forbes.com/sites/johnnosta/2013/02/01/cancer-innovation-and-a-boy-named-jack/

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