Barnard e la MMT? Dubbi di incompletezza.

Ieri 15-01-2013 a L’Aquila nella sede dell’ANCE si è tenuta una conferenza dal titolo “SALVIAMO L’AQUILA, SALVIAMO L’ITALIA”, convegno con Mathew Forstarter e Paolo Barnard, il maggior divulgatore italiano della ME-MMT (Mosler Economics – Modern Money Theory for Public Purpose)

Convegno MMT a L'Aquila

Convegno MMT a L’Aquila con Paolo Barnard e Mathew Forstarter


L’evento ha visto una grande partecipazione, la sala era ben piena, e tra i tanti comuni cittadini e studenti erano presenti anche alcuni consiglieri comunali, rappresentanze sindacali e larga parte dei candidati del M5S tra i quali Enza Blundo, già interessati al progetto, ma in evidente “rotta” con le posizioni di Barnard, per cause di gestione del partito-movimento degli ormai famosi Casaleggio. Questo è in realtà un bene, ma si capirà in seguito.
Il convegno è iniziato con l’esposizione del divulgatore e giornalista Paolo Barnard, che ha preso a cuore da anni il problema economico, visto come padre di tutti gli attuali problemi, che impedirebbero una piena occupazione ed un rilancio dell’economia.
Barnard ha quindi mostrato una serie di grafici e tabelle che smentiscono di fatto le notizie riportate dai media che tendono a drammatizzare la situazione attuale: in definitiva l’Italia sarebbe stato un paese prospero prima dell’introduzione dell’euro, e a dispetto di ciò che appare oggi, secondo i dati mostrati, i cittadini italiani detengono ancora una buona riserva di risparmi rispetto alla media europea.
In seguito quindi ha mostrato i volti di molti economisti, sopratutto oltreoceano, tra i quali Keynes e Mosler che sono un po’ i padri della MMT.

La seconda parte è stata affidata all’economista americano Mathew Forstarter, emerito professore di economia e saggista dell’università del Missouri, il quale ha illustrato in dettaglio il funzionamento del suo esperimento di moneta alternativa, il Bookaroos, creato all’interno della sua università e che pare abbia dato risultati sempre positivi nei 15 anni di esistenza.
In sostanza si tratta di emettere in regime di monopolio, come già avviene oggi per le banche centrali che ricordo essere soggetti privati, una moneta alternativa a quella in corso, che però possa essere usata per pagare le tasse presso l’ente emissore, dovrebbe cioè essere emessa da un comune o da un ente preposto il quale possa disporre quindi della forza per generare lavoro.
Entrare nel dettaglio in poche righe è veramente difficile, tuttavia mi preme sottolineare pochi punti sui quali mi sento in disaccordo e quindi di argomentare, sperando di completare l’informazione che è stata data, quantomai parziale o comunque scollegata da molti fatti di cui secondo me non si può non tener conto.
Riguardo all’esposizione di Barnard ritengo di dover sottolineare il fatto che non è stata spesa nemmeno una parola sia sull’illustre economista abruzzese Giacinto Auriti, sia sul fatto che l’Italia non ha mai di fatto avuto una moneta sovrana, come dimostrato dallo stesso Auriti almeno 2 decenni fà, non si è parlato del signoraggio bancario e di tutti i metodi di creazione del denaro dal nulla che di fatto le banche adottano e dei beceri meccanismi che creano un debito infinito, di fatto la maggiore fonte di schiavitù dei popoli nei giorni nostri.
Anzi, alla giusta domanda del direttore regionale della Confcommercio Celso Cioni, che rimarcava l’esperienza del SIMEC, esperimento di moneta equivalente svolto a Guardiagrele e promosso dallo stesso Auriti nel lontano 2000, Barnard ha risposto che il difetto di fondo delle teorie auritiane sta nel fatto che “i cittadini non possono essere proprietari della moneta, altrimenti gli  stati non avrebbero il potere di acquisto del lavoro”.
Questa affermazione mi lascia terribilmente basito per due motivi: il primo è che non c’è divisione tra cittadino e stato, poichè fino a prova contraria lo Stato è si “solo” un organo giuridico, una istituzione, ma di fatto esiste perchè i SUOI cittadini, quindi lavoratori e produttori del proprio valore esistono; secondo perchè se i cittadini non sono proprietari del valore che producono attraverso il loro lavoro, come di fatto è oggi, esiste uno stato di subordinazione all’istituzione che quindi esercita il potere non per gestire la comunità che rappresenta nel migliore dei modi, ma per controllarla e dirigerla dove il potere dei controllori dell’elemento di scambio valori che è l’attuale euro, vuole!
Lo scollamento attuale tra cittadini e istituzioni deriva proprio da questo fatto ed è sempre più chiaramente verificabile. Il cittadino fa fatica a vedere nello Stato uno strumento per facilitare e migliorare la vita pubblica di tutti attraverso decisioni opinate derivate dalla volontà della cittadinanza, proprio perchè i preposti a tale scopo, altresì cittadini, ma eletti, si ritrovano immancabilmente nell’impossibilità di gestire la cosa pubblica poichè devono rispondere comunque e sempre alla BCE che tiene in ostaggio l’intera economia gestendo in toto il mezzo che la regola e cioè l’Euro.

Nella seconda parte della conferenza il professor Forstarter afferma più volte concetti di dubbia verità, come ad esempio che l’America abbia una sua valuta sovrana, il Dollaro, e che quindi non è esposta a tutti i problemi dell’area Euro. Nulla di più falso in quanto la F.E.D. funziona esattamente come la B.C.E. e ancor prima la Banca D’Italia, stampano il denaro che viene prestato e gravato da un interesse INESTINGUIBILE per sua natura, dato che il denaro di questo DEBITO non è mai esistito in circolazione. Questo mi sento di ripetere, dopo aver letto il libro EUROSCHIAVI di Marco Dalla Luna e Antonio Miclavez.

In questa slide proiettata da Forstarter si legge nella prima frase:

“Italia sotto la Lira
Prima di adottare l’Euro, l’Italia aveva la sovranità monetaria, e la Lira era anche una valuta flottante non convertibile emessa dal sistema fiscale.

Slide proiettata da Mathew Forstarter

Slide proiettata da Mathew Forstarter

Mentre nella seconda:
“Ma quando l’Italia ha adottato l’Euro, ha volontariamente ceduto la propria sovranità monetaria. L’Italia non è più in regime di monopolio monetario. L’Italia non è più emissore di moneta, ma adesso è, come una famiglia, un utilizzatore di moneta.”

A questo punto Giacinto Auriti si rivolterà nella tomba, poichè spese la sua vita a dimostrare che già la Banca d’Italia, ben prima dell’entrata in vigore dell’Euro, era una S.P.A. solo in minima percentuale posseduta dallo Stato Italiano, e teneva in scacco l’economia italiana attraverso il meccanismo di creazione del denaro che PRESTAVA allo Stato ricaricando il costo totale della moneta più gli interessi generati, definendo questo processo come usura.

In questo breve video c’è una sintesi:


Esorto i lettori ad approfondire l’argomento del Signoraggio Bancario, solo la punta dell’iceberg del sistema di potere e controllo che ci ha portati qui,  guardando in rete le moltissime testimonianze che l’emerito professore abruzzese ci ha lasciato, per farsi una IDEA PROPRIA del non facile problema, tuttavia già in fase di risoluzione.

Ringrazio comunque gli organizzatori per aver contribuito a parlare del problema monetario in una città che ha un altissimo potenziale di lavoro da fare che genererebbe da subito un virtuoso scambio di nuova moneta, se solo venisse accettata dai cittadini UNITI alle istituzioni.

Esistono già alternative monetarie probe, messe in atto da cittadini Italiani che hanno studiato e compreso a fondo i molti meccanismi, che offrono la possibilità di generare lavoro ed opportunità all’interno di un circuito fiduciario dove la moneta viene EMESSA DAI CITTADINI per loro stessi e viene SCAMBIATA dai cittadini a fronte di beni o prestazioni.

Credere in noi stessi e nella nostra forza di lavoratori-produttori-consumatori è tutto ciò che dovremo fare nei mesi a venire per far crescere il nostro benessere che non è dato dalla moneta in se per se ma nella capacità della comunità di soddisfare i propri BISOGNI e realizzare i propri DESIDERI.

E’ chiarissimo ormai che le cose dovranno andare di pari passo, cioè è impossibile avere dei controllori (cittadini in posizioni di potere poichè delegati) che traggano il proprio benessere dalle disgrazie dei controllati (cittadini deleganti che affidano le decisioni) poichè i controllati adesso si stanno consapevolizzando e sono pronti a farsi carico delle proprie scelte cambiando modo di agire e di conseguenza ai controllori verrà meno il potere poichè le deleghe saranno sempre meno o per lo meno saranno cedute opinatamente a persone MERITEVOLI che DIMOSTRANO di esserlo e quindi di “controllare” per il bene della comunità intera.

La transizione verso il nuovo paradigma di valori è già iniziata e questo blog ne è e ne sarà testimonianza. Nell’articolo E’ POSSIBILE STAMPARE MONETA? SI, ORA! ci sono alcune istruzioni che verranno ampliate con video esplicativi e nuovi articoli in futuro.
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Emanuele Nusca

Segnalo l’articolo di Daniele Pace, ricercatore indipendente e autore de “La Moneta dell’Utopia” che descrive esaustivamente e nei dettagli quello che manca nel mio articolo.
QUI: http://cogitoergo.it/?p=21955

 

Letture consigliatissime:

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2 commenti
  1. enzo
    enzo dice:

    la critica è un po’ superficiale e si sottovaluta la distinzione tra stato a moneta sovrana e non, si rinvia a posizioni auritiane. nessuno può mettere in dubbio l’onesta del personaggio auriti ma oramai le sue tesi sono superate dalle teorie circuitiste e monetariste moderne della moneta. come si fa a dire che gli Usa o il giappone non hanno la sovranità monetaria, basta vedere quanto stanno “stampando” ( vedi http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-01/labenomics-parla-europa-063637.shtml?uuid=AbzKY2rH). inoltre dire che nella banca d’italia ci sono i privati ( banche)nessuno lo nega ma è anche vero che l’italia della Lira aveva ben altri strumenti monetari rispetto a quelli attuali, almeno fino al 1981 quando ci fu la scellerata scelta del divorzio Tesoro e Banca d’Italia, è da quel momento che inizia la ” schiavitù” finanziaria dell’Italia.

  2. Antonio Nusca
    Antonio Nusca dice:

    grazie Emanuele per il report e per il tuo commento nonchè per gli orientamenti editoriali che ci aiutano a capire un sistema economico complesso ma che deve essere portato a conoscenza dei cittadini che devono diventare i soggetti attivi di una economia a servizio del sociale.

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